Per l'export vinicolo tricolore i due paesi restano tra i target
privilegiati, come conferma l'indagine dell'Osservatorio
Vinitaly-wine2wine che li posiziona entrambi nelle top ten delle nazioni
dove le aziende italiane prevedono di aumentare le vendite nel 2015.
Nell'Isola del Sol Levante, il vino made in Italy è tra i più conosciuti
e apprezzati, posizionando il Belpaese al secondo gradino del podio tra
quelli importati. Nel 2014 il vino italiano ha superato in Giappone i
430mila ettolitri, per un controvalore di quasi 153 milioni di euro.
Dati che confermano come la cultura del vino sia sempre più radicata e
diffusa, con i consumatori giapponesi disposti a spendere di più per
poter degustare le etichette italiane percepite come prodotto di alta
qualità.
Un trend che sarà analizzato, domani, insieme a Tara Tan Kitaoka, la
maggiore esperta di vino italiano in Asia, e Shigeru Hayashi, per
quattro anni presidente di Eataly Japan, presenti al seminario Focus
mercato giapponese (ore 15.00, Palaexpo Veronafiere - Sala Respighi),
organizzato da Vinitaly, dall'Ambasciata italiana a Tokyo e dall'Italian
Trade Agency - ICE.
Vinitaly, infatti, rappresenta la più importante piattaforma
internazionale b2b per il settore vitivinicolo, con buyer da 120 nazioni
e delegazioni commerciali da 52 paesi verso cui Veronafiere ha
potenziato del 34%gli investimenti per favorire l'incoming di operatori
stranieri.
Da un mercato maturo come quello giapponese, si passa poi alla
promettente "matricola" Verdeoro: sotto la lente di Vinitaly
International, domani, c'è anche il Brasile con il workshop Brasilian
wine market brief (ore 14.30, Galleria padiglioni 6/7 - Sala Puccini).
L'interesse dei brasiliani per il consumo del vino, pur recente e
limitato ai rossi, in particolare al Lambrusco, mette in luce una realtà
in espansione, con una previsione di crescita di quasi il 40% nei
prossimi anni. Merito dello sviluppo di una classe media di 100 milioni
di cittadini dotata di una rinnovata capacità di spesa. Ad oggi, il vino
italiano detiene in Brasile una quota di mercato del 12%, al quinto
posto tra i Paesi di riferimento per l'import vinicolo.